La Stanza Segnata
di Andrea Romoli Barberini
La creazione di uno spazio chiuso, La Stanza, all’interno di un altro luogo chiuso, la sede espositiva, nasce dall’esigenza di creare un’ambientazione spaziale inedita, in cui la proliferazione del segno “colonizza”, senza discontinuità, l’interno dell’intero volume.
Con l’obiettivo di andare oltre il concetto di camera picta, Telarico crea qui, in un vero e proprio esperimento di laboratorio visuale, la dimensione del segno nella sua complessa integrità spaziale, fisicamente fruibile, senza un preciso punto di osservazione privilegiato, altro e distante dal problema, ma, per così dire, direttamente dall’interno del problema.
Spazio fisico, quindi, e in quanto tale praticabile, che accoglie, conduce e, inaspettatamente, traduce l’osservatore/visitatore in segno tra i segni.
Alla neutralità nobile e quieta del bianco è affidata la funzione di azzerare simbolicamente, ad un tempo, tanto le coordinate cartesiane, quanto la forza di gravità. La Stanza è, quindi, di fatto, la tangibile e necessaria dimostrazione di quanto la ricerca pittorica di Telarico ha dapprima ipotizzato e poi presentato e rappresentato, senza però consentire per i limiti fisici che le sono propri, di poter esperire con la reale immersione nella sua unica e irripetibile dimensione assoluta.
Qui si ritrovano le stesse sagome fluttuanti, lo stesso repertorio di forme, di segni tracciati dalle ombre che abitano e fanno vibrare le sue tele. E anche qui tutto sembra governato da un ordine instabile e misterioso che, tuttavia, conserva il sapore umanissimo della provvisorietà.
Varcare la soglia di questo ambiente suggestivo significa accedere all’universo poetico dell’artista e vivere un’argomentazione complessa spostata sul piano della prassi, dell’esperienza individuale, per il piacere della condivisione, anche, ma soprattutto per amor di chiarezza. La Stanza è, infatti, un’opera, a suo modo dimostrativa, la più completa, complessa e recente dell’intero percorso espositivo qui proposto dall’artista. E non a caso è collocata nella sala che ne conclude l’itinerario: perché, di fatto, consegna la chiave di lettura dell’intera mostra, per comprendere e viverne il senso.
<
>
1 - 5